Il diritto alla vita privata in bilanciamento con la tutela della proprietà intellettuale

Il diritto alla protezione della vita privata tutelato dall’art.7 della Carta di Nizza e il diritto della proprietà intellettuale, tra cui il diritto d’autore disciplinati dall’art. 17 della Carta di Nizza, necessitano di un equo bilanciamento nei casi in cui debbano essere considerati la violazione del singolo individuo e l’interesse prevalente sociale.
In specie, il diritto fondamentale alla tutela della vita privata e familiare, come da dottrina ormai consolidata, non si dissolve nel diritto di “essere lasciato in pace”, come originariamente era definito, ma comporta il diritto di controllare le proprie informazioni personali che girano in rete. Ne deriva, che ne soggiace il diritto di poter monitorare la propria identità personale.
Al contrario, è necessario riequilibrare il diritto della proprietà intellettuale, conseguente al diritto di intraprendere un’azione giudiziaria per rivendicare la propria opera ed i connessi diritti dell’inventore, del creatore.
La tutela di entrambi i sopra indicati diritti consentirebbe un equo bilanciamento con l’interesse pubblico.
Numerose le pronunce della Corte di Giustizia Europea, che definiscono la tutela di tali diritti nei limiti e con i confini di non ledere altri interessi di pari grado e uguale dignità, “per quanto assolute possano essere le proclamazioni dei diritti fondamentali e l’applicazione concreta di tali diritti, potrebbe necessariamente comportare l’esigenza di un loro contemperamento, con un possibile ed eventuale sacrificio o dell’uno o dell’altro.
E’ stato introdotto il cd. “test di proporzionalità” : cioè quel processo di valutazione tra tutti i tipi di interesse coinvolti, che avviene in tre fasi logiche consequenziali, la prima è un’analisi di “idoneità”, la seconda di “necessità”, e la conseguente ultima “proporzionalità” o “ponderazione”.
Quindi la legittima compressione di un diritto è sottesa ai criteri di esigenza a salvaguardia di un altro diritto fondamentale e la proporzione di tale necessità deve essere equiparato al beneficio conseguente.
Ciò posto, occorre definire la significativa differenza nell’utilizzo del criterio del bilanciamento dei diritti quando gli stessi vengono amplificati nella rete, e definire la scala valori sulla tutela della libertà di espressione in internet, con la protezione dell’identità personale.
Dal panorama giurisprudenziale d’oltreoceano, emerge la tendenza favorevole ad indicazioni di portata espansiva della libertà di manifestazione del pensiero, il cui limite consente, anche quelle espressioni che non offrono un significativo contributo allo sviluppo democratico e alla formazione dell’opinione pubblica e che presentano un contenuto raccapricciante e disturbante, mentre nella Corte Europea si è manifestato il rischio che l’amplificazione digitale, riesca ad evadere il controllo statuale, non garantendo una tutela effettiva dei diritti in comparazione.